percorsi montone inRaduno regionale C.A.I. sez. Città di Castello
VENTIQUATTRO MAGGIO … una data da ricordare !!

Fresco il mattino nella piccola piazza del paese gremita di gente, un paesaggio insolito per l’antico borgo: la calca riservata ai grandi momenti di festa.
E’ tutto un brulicare di suoni e di colori: gli amici si ritrovano, sorridono, si salutano nelle varie cadenze dialettali umbre (eugubino, ternano, perugino, castelano, folignate e spoletino…) si abbracciano … si muovono con sollecitudine nei vivaci colori dell’abbigliamento tecnico, degli zaini, delle racchette in carbonio, degli scarponi da montagna …

Dopo una pausa ricreativa ed organizzativa, tutti pronti per l’escursione: le campane della piazza battono l’ora della partenza, una lunga colonna, con passo sicuro e gioioso, esce dall’antico varco e si dirige fuori dal paese, per la via che porta a Pieve de Saddi, a godersi un suggestivo panorama sul “Castelvecchio” il primo nucleo storico di Montone, con la severa chiesa di San Francesco e le possenti mura di difesa.

All’incrocio si divide in due, un’ala vola verso Montefalcone e la pianura Tiberina, l’altra si abbassa verso la valle del Carpina, a cercare un po’ di ombra e frescura tra querce, ginestre, carpini e noccioli, in questa primavera decisamente calda. Natura e storia si mescolano e si respirano …

Le antiche vie, percorse da monaci e soldati ci raccontano di santi e popoli invasori: da qui passarono Longobardi e Bizantini a contendersi il territorio, qui sorsero castelli e pievi a difender la fede cristiana contro i riti pagani diffusi nelle campagne. Qui sostarono e pugnarono  le milizie di Braccio …; qui ora una natura intatta ci accoglie nella sua incantevole bellezza. Per la via più breve incontriamo scorci suggestivi sulla pianura e sull’antico borgo; alla Pieve di San Gregorio Magno ci attende una guida per raccontarcene la storia. Per l’altra via camminiamo tra verdi e irte colline, protese a difendere gelosamente il segreto scorrere della fresca acqua del torrente Carpina: questa via è più lunga e si lancia ardua ad assalire frontalmente la Rocca d’Aria … arriva però il mezzogiorno ed un caldo quasi insopportabile …

L’ultimo e più gradito assalto è invece quello della Rocca di Braccio, solida fortezza sul colle più alto del paese, qui, all’ombra di antichi cedri ci attende la festa conviviale, l’agognato pranzo a base di “amatriciana” e vino rosso. Qui “partono” spontanei i cori di montagna a unire tutte le sezioni in una comune famiglia in cammino …, qui la banda del paese e la corale ci rallegrano e ci commuovono, … e vorremmo che suonassero e cantassero ancora … ma è l’ora dei ringraziamenti e delle premiazioni: doni per tutte le sezioni, aquile d’oro per i soci fondatori della sezione C.A.I. di Città di Castello che festeggia il suo venticinquennale e … arrivederci al prossimo anno !!

Angelo Venturucci e Dalia Floridi